Butterfly, il film diretto da Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, segue la storia di Irma che a solo 18 anni è già una campionessa di boxe. Il suo successo è un risultato notevole per una ragazza cresciuta in uno dei paesi più violenti del napoletano. Tuttavia più Irma riesce nel suo percorso sportivo, più si rivela fragile nel suo percorso interiore. Trascorre mesi nei ritiri di allenamento lontano da casa, sotto pressione e con enormi aspettative nei suoi confronti. Inizia ad insinuarsi in lei il dubbio se valga la pena o meno di rinunciare alla sua gioventù per i propri obiettivi.
Il maestro Lucio ha 78 anni, è stato il primo allenatore e l’unica vera figura paterna per Irma e conosce meglio di altri la natura distruttiva delle aspettative nei confronti della giovane campionessa. Maestro di vita oltre che maestro di boxe, dal momento in cui l'arbitro alza il braccio di Irma in segno di vittoria alle qualificazioni olimpiche, sa che la sua vita non sarà più la stessa. Prima pugile donna italiana della storia a qualificarsi alle Olimpiadi, Irma si ritrova con i media incessantemente addosso.
In poco tempo la ragazza diventa una notizia, un volto in tv, addirittura la protagonista di un libro sulla sua vita. L’immagine confezionata dai media è semplicemente troppo bella per essere vera: una ragazza del “ghetto” che vince le Olimpiadi e scrive la storia. Irma, invece, torna in Italia senza una medaglia. La delusione è troppo grande, le sue certezze sono crollate. La boxe è davvero qualcosa che fa per lei? Adesso che è lontana dai riflettori può finalmente guardarsi dentro e cercare la sua strada.