La storia racconta di Pippo Genuardi, nato a Vigàta il 3 settembre 1856 e commerciante di legnami. Ma sia chiaro: quella non è la sua occupazione maggiore, anzi, potremmo dire che il suo vero talento è quello di cacciarsi nei guai. Spiantato, ironico, amante delle donne e della tecnologia, Pippo sembrerebbe aver messo la testa a posto sposando Taninè Schilirò, figlia dell'uomo più ricco di Vigàta, ma il nostro protagonista è un uomo che non si accontenta mai. E così spedendo tre lettere al Prefetto Marascianno (un napoletano paranoico e complottista) mette in moto un meccanismo che lo porterà a trovarsi sotto due fuochi incrociati: lo Stato, che pensa di avere a che fare con un pericoloso sovversivo, e l'uomo "di rispetto" Don Lollò, che inizia a credere che il Genuardi lo stia prendendo per fesso. A tenerlo d'occhio il Questore Monterchi, venuto dal Nord, che osserverà sgomento e impotente il folle concatenarsi degli eventi.