Questo è un uomo, film diretto da Marco Turco, racconta la vita di Primo Levi (Thomas Trabacchi), il letterato italiano deportato nel campo di concentramento ad Auschwitz nel corso della Seconda guerra mondiale, perché partigiano ebreo. Primo sta passeggiando tra le sue care montagne piemontesi, quelle vette che tanto gli sono mancante durante la sua permanenza nel lager, quando a un tratto, a causa di un piede in fallo, non rischia di precipitare in un burrone. L'intellettuale inizia a pensare che è riuscito a sopravvivere agli anni più duri del XX secolo e ora una passeggiata potrebbe costargli la vita. È in quel momento che qualcuno lo tira su, salvandolo. Si tratta di un eremita taciturno che vive in una piccola casa tra le montagne e che a Levi ricorda tanto un suo compagno di prigionia. Proprio questa somiglianza lo spinge a ricordare e a ripercorrere i momenti salienti della sua esistenza, dalla deportazione nel lager nel 1943 alla liberazione, fino a quell'istante.
Viene delineato il ritratto dell'intellettuale, che con la sua tragica esperienza ha narrato l'inenarrabile, consegnando alla letteratura e alla cultura italiana del Dopoguerra e di oggi testimonianza dirette delle atrocità accadute. Un'esistenza vissuta tra la violenza del nazismo e il ricordo di essa, che ha portato Levi a impegnarsi per diffondere il suo insegnamento: non dimenticare quanto successo per evitare che riaccada.
Grazie al materiale di repertorio possiamo contare nel film anche interviste allo stesso Levi e a chi lo ha conosciuto di persona, come Edith Bruck - scrittrice, amica e sorella in sorte - o lo studioso Marco Belpoliti.